22/03/2025
Napoli, due mesi per trasformare l'ottimo in indimenticabile?

Nove giornate alla fine della stagione e se non è ancora tempo di bilanci definitivi, si possono sicuramente tracciare molte linee su cosa ha detto finora la stagione azzurra. Le note positive sono tante, ma c'è anche qualche aspetto non del tutto soddisfacente. Secondo a tre punti dall'Inter, favorita a inizio stagione, la classifica del Napoli non può certo dirsi deludente anche se le tante settimane in cui gli azzurri sono stati al comando ha fatto perdere a tanti i reali valori delle rose del campionato. A soccorso di quanto detto, arrivano i numeri e si sa, la matematica non è un'opinione ma dispensa sempre certezze: il Napoli ha fatto 61 punti in 29 partite, una media di più di due punti a partita ed è un risultato ragguardevole. Poi se si guardano bene come sono arrivate le 18 vittorie si capisce che il piatto piange: sono solo 45 le reti segnate dagli azzurri con il solo Lukaku in doppia cifra. E sono ben 5 le squadre che hanno fatto meglio degli azzurri (l'Inter con 20 reti in più) che comandano invece per reti subìte con 23 gol al passivo. Insomma, non che il Napoli sia lì per caso, ma è chiaro che Conte abbia fatto di necessità virtù e ottimizzato la rosa che la società gli ha messo a disposizione la scorsa estate.
Una rosa non troppo lunga e con poco talento ma che ha retto bene fin quando gli azzurri non sono stati falcidiati dai tanti infortuni. Il Napoli di questa stagione è paragonabile ad un vaso bellissimo quanto fragile che dovrebbe stare in una cassaforte e non dentro un contenitore di cristallo, prezioso ma fragile. Perché, fin quando il tecnico ha potuto contare sui suoi effettivi, gli azzurri erano primi, con qualche sofferenza, con qualche partita condotta in porto con risultati striminziti, ma con assoluto merito. E non è stata la cessione di Kvara ad indebolire la squadra, come spesso si sente dire in giro, perchè senza il georgiano, finito fuori formazione dopo la sconfitta interna con la Lazio, nelle successive sette gare gli azzurri hanno fatto il pieno. Sette vittorie su sette con successi in trasferta contro Fiorentina e Atalanta e in casa contro Juve. In queste sette gare Kvara è sceso in campo dall'inizio una sola volta, in casa con il Venezia giocando (male) e finendo sostituito da Politano.
Il problema è che purtroppo chi ha sostituito il georgiano, Neres, si è infortunato e la squadra, povera di qualità, ha sofferto nella costruzione e finalizzazione di occasioni da rete. E sono poi arrivati pareggi a raffica anche per via degli altri infortunati, non meno importanti, di Olivera, Spinazzola e Anguissa. Una serie di stop che hanno costretto il tecnico a rivedere modulo e posizioni. E' innegabile che la difesa tornata a tre abbia sofferto e preso più gol e la manovra sia diventata meno fluida e più prevedibile. Insomma per tornare al parallelismo precedente, la teca che custodiva il vaso si è rotta e anche il vaso si è crepato. Ma per fortuna non si è rotto del tutto perchè mancano ancora nove giornate e le possibilità per risalire ci sono ancora. Bisogna solo capire se, nel finale di stagione e con l'organico al completo, il tecnico riuscirà a trasferire alla squadra le motivazioni necessarie e la convinzione che la rincorsa sia ancora possibile. Mancano circa due mesi, lo sprint necessario per trasformare un'ottima stagione in qualcosa di indimenticabile
Antonio Procopio

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