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06/01/2025

Napoli, l’analisi e il bilancio di un girone di andata scintillante

Napoli, l’analisi e il bilancio di un girone di andata scintillante

Primo in classifica, 44 punti frutto di 14 vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte. Questo il ruolino di marcia del Napoli alla fine del girone di andata. Un girone di andata che è a dir poco soddisfacente e non solo per il primo posto che resta comunque virtuale visti i recuperi che devono fare Atalanta (1 gara) e Inter (2). Ma conta poco la classifica, almeno adesso. Per comprendere appieno il risultato ottenuto a metà stagione si deve partire inevitabilmente da come si era finita la precedente.

In quanti lo scorso luglio avrebbero scommesso su questo tipo di campionato che sta disputando il Napoli? E’ vero, era arrivato Conte un allenatore vincente ma le macerie che il tecnico leccese aveva trovato erano talmente tante che in molti si
sarebbero attesi un campionato buono magari con un approdo in Champions League, traguardo che a inizio stagione in tanti avrebbero sottoscritto.

Ora che invece la classifica certifica che gli azzurri potranno giocare per il titolo, si devono riconoscere i giusti meriti a società, tecnico e giocatori. Società perché ha ammesso gli errori fatto l’anno precedente e non ha lesinato investimenti importanti senza fare ricorso a cessioni eccellenti. Buongiorno, McTominay e Neres sono costati circa 100 milioni ma sono stati tre innesti che si sono rivelati top e hanno alzato notevolmente il tasso tecnico della squadra.

Brava la società ad averli scelti e bravo Conte ad averli convinti ad accettare una piazza depressa finita al decimo posto pochi mesi prima. Meriti del tecnico anche per aver convinto giocatori a non lasciare la squadra (Di Lorenzo su tutti) e a rivitalizzarne altri (Anguissa e Rrahmani) che sembravano ormai finiti. Soprattutto il camerunense ha avuto una rinascita inimmaginabile tornando ad essere dominante forse ancor di più che nell’anno dello scudetto.

Ottima la stagione anche di Meret che forse per un po’ non verrà crocifisso e cha ha convinto tanti detrattori delle sue qualità ed Olivera che sta disputando la sua migliore annata da quando è a Napoli. Un discorso a parte meritano Lukaku e Kvaratskhelia: il centravanti è arrivato a fine mercato.

Ha giocato senza nascondersi, fatto qualche brutta figura ma ha messo in campo onestà ed impegno. Poco per volta le sue prestazioni sono diventate più confortanti e, anche se non arriverà mai a quelle dei suoi predecessori, in termini numerici e di gioco il suo bilancio sarà positivo. Diverso il discorso per il georgiano: il talento non è in discussione ma i suoi atteggiamenti hanno evidenziato alcune ombre. Di sicuro sta incidendo il rinnovo del contratto che sta condizionando il suo rendimento e anche l’esplosione di Neres che gli ha rubato la vetrina. Se Kvara metterà da parte questi aspetti e giocherà per la squadra dimostrando di essere non un giocatore a se stante ma una parte di un progetto allora lui e la squadra ne troveranno giovamento.

Poi a fine stagione si vedrà il da farsi e se non si dovesse trovare un accordo allora sarebbe giusto che le strade si separino. Per ora è giusto che tutti possano remare in un’unica direzione per arrivare ad un traguardo impensabile sei mesi fa. Adesso il mercato di gennaio servirà alla società per provare a colmare le lacune che ancora permangono. Servirà sicuramente un difensore di sicuro affidamento e un centrocampista capace di poter fare rifiatare Anguissa.

Staremo a vedere, per ora si continua a coltivare un sogno che sta lentamente prendendo forma e che sarebbe il più incredibile di tutta la storia azzurra.

Antonio Procopio

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