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14/11/2024

Per il Napoli quattro mesi che suonano come una svolta epocale, si può sognare

Per il Napoli quattro mesi che suonano come una svolta epocale, si può sognare

Undici luglio 2024, inizia il ritiro del Napoli della nuova stagione calcistica; 10 novembre 2024 Inter-Napoli 1-1. Sono passati 4 mesi ed è abbastanza normale tracciare un bilancio di quanto fatto dal Napoli, delle cose positive e di quelle negative con un occhio anche a quello che manca e si deve fare specie nel prossimo mercato di gennaio. Il primo dato incontrovertibile, ma non del tutto esaustivo, dice che gli azzurri guidano la classifica con 26 punti. Vero, in due sole lunghezze ci sono sei squadre e i giochi per il titolo sono decisamente aperti, ma per capire del tutto il discorso si deve sempre fare riferimento alla passata stagione. E’ la sola misura da dover considerare per comprendere del tutto cosa ha fatto il Napoli. Perché sono davvero poche le persone che ad inizio anno avrebbero detto che gli azzurri avrebbero lottato per lo scudetto, un fattore che già così fa comprendere quanto il lavoro svolto dalla società sia positivo. Se poi la squadra di Conte riuscirà nel sogno è difficile prevederlo, ma già poter lottare è sinonimo di successo. Dodici giornate di campionato rappresentano poco meno di un terzo di stagione e quindi l’analisi inizia a prendere forma con buona veridicità. E non sono tutte note liete quelle che emergono dal contesto: di buono c’è la difesa, la seconda del campionato con 9 reti subite e che rappresenta un discorso ancora più positivo perché sei gol sono stati presi in due gare che fanno poco testo e per diverse ragioni.

A Verona, all’esordio, era un altro Napoli come organico e in casa con l’Atalanta gli azzurri hanno affrontato un’ottima squadra nel loro momento migliore come dimostrato dalle tante vittorie fatte prima e dopo il confronto del “Maradona”. Poi quando una formazione si dimostra più brava è giusto riconoscere la superiorità e fare i complimenti e vedere se resterà a lungo su questi livelli. Sempre sulla retroguardia, da elogiare l’acquisto di Buongiorno, un difensore che serviva come il pane agli azzurri e che in questo avvio di stagione si è dimostrato come tassello imprescindibile nello scacchiere azzurro. Le note negative invece riguardano l’attacco, quello che dovrebbe essere il settore più completo. Sette giocatori in organico, ma sono ben sei le squadre che hanno segnato più degli azzurri. Se il Napoli vorrà puntare al bottino grosso dovrà incrementare il numero delle realizzazioni perché la concretezza di Conte, che finora è stata vera arma in più, potrebbe non funzionare per tutto il campionato e costare punti. E in un torneo così equilibrato serve fare il pieno specie con le squadre di seconda fascia visto che, come dimostrano gli scontri diretti effettuati, il Napoli li ha vinti, pareggiati e persi e quindi c’è maggiore imprevedibilità.

A centrocampo note liete e meno liete: McTominay è una garanzia e Anguissa è tornato sui livelli che gli competono; Lobotka quando ha giocato è stato determinante e dominante ma dietro il terzetto titolare si annidano ombre pericolose: i sostituti, cosi come in difesa, scarseggiano e anche quando ci sono il livello non è minimamente paragonabile ai titolari. Serviranno almeno un paio di inserimenti di livello a gennaio per consegnare al tecnico una rosa più equilibrata. Vero che il Napoli rispetto alle concorrenti non gioca le coppe europee, ma andare avanti con un organico ridotto all’osso è molto rischioso. Per ora il bilancio si può definire più che soddisfacente: la svolta epocale c’è stata, adesso serve solo assecondarla per poter raggiungere un traguardo che partendo dal decimo posto di un anno fa sarebbe insperato.

Antonio Procopio

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