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27/10/2024

L'analisi del giorno dopo: Napoli, con un capitano in più e si resta in vetta

L'analisi del giorno dopo: Napoli, con un capitano in più e si resta in vetta

Di Lorenzo, ancora il capitano e il Napoli va. Di testa, di cuore e di grinta tutte qualità che denotano un cambio di mentalità ormai evidente della squadra di Conte. E adesso gli azzurri potranno passare una domenica di parziale riposo e vedere Inter e Juve, le prime antagoniste al titolo, sfidarsi nella gara in programma nel tardo pomeriggio. Comunque vada a san Siro, gli azzurri continueranno a guardare tutti dall'alto. Dopo nove giornate con 7 vittorie, un pareggio in trasferta con la Juve e una debacle alla prima giornata a Verona il bilancio azzurro è decisamente soddisfacente. E non inganni il risultato: lo striminzito 1-0 al Lecce è solo episodico e casuale nel punteggio perchè gli azzurri hanno fatto 24 tiri, segnato anche nel primo tempo e visto non assegnarsi un rigore solare per un fallo evidente su Politano. Per contro, solo in un paio di circostanze Meret è stato chiamato in causa e, come sempre accaduto in questo campionato, ha risposto da campione. Se vogliamo analizzare la gara e sottolineare aspetti negativi si deve partire dal centravanti: Lukaku è la grande scommessa di Conte, per ora il belga sembra ancora pesante e strano a dirsi, sembrava più in condizione nelle prime gare che ora dopo due mesi di allenamenti. Se si vorrà puntare a traguardi massimi, il centravanti dovrà tornare ad essere quello che si è ammirato all'Inter.

Capitolo esterni: anche oggi si è capito perchè Politano non esce mai di formazione e quando non gioca lo si sente. Non che Ngonge sia andato male, ma il belga ha attitudini maggiormente offensive e a fare l'esterno come vuole Conte fa più fatica. Neres, schierato per Kvaratskhelia, non ha prodotto le sue solite magie sotto il profilo decisivo, ma anche ieri ha fatto vedere la sua classe. Passando al centrocampo, la regia di Gilmour è apparsa più convincente rispetto alla gara di Empoli. Lo scozzese ha fatto vedere anche buone verticalizzazioni nello stretto; siamo sempre lontani anni luce da Lobotka, ma la sua prestazione è apparsa in crescita, favorita anche dal baricentro basso del Lecce. Forse è sembrato più imballato l'altro scozzese Mc Tominay, che per caratteristiche tecniche sarebbe più decisivo se avesse maggiori spazi e giocasse partendo da più dietro. Ma sulla vittoria c'è lo zampino dello scozzese bravo a colpire di testa su azione d'angolo. Poi è arrivato lui, Di Lorenzo, terzo gol in stagione e una giovinezza ritrovata. Un altro giocatore rispetto a quello visto nella passata stagione. Il suo tap in sottomisura è stato provvidenziale. Era il 74' e fino a quel momento non si poteva imputare nulla agli azzurri che nei minuti successivi hanno mancato la rete della sicurezza.

E negli ultimi minuti la paura di non farcela è calata sul "Maradona": ecco forse una cosa da rivedere è stata la frenesia e il nervosismo eccessivo negli ultimi 10' contro un avversario che, ad onor del vero in 8 giornate aveva uno score desolante (peggiore attacco e difesa più battuta della Serie A). Poco riposo adesso visto che il Napoli è atteso da un trittico lombardo di pericolo altissimo, Milan, martedì sera, poi Atalanta e Inter: tre partite che diranno ancora meglio quale sia il valore della squadra e che daranno una risposta anche alle sue ambizioni. Ma se c'è una cosa che oggi si può dire è che il Napoli adesso ha ritrovato la mentalità di chi vuole vincere: si parte sempre da qui, anche con un capitano in più.

Antonio Procopio

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