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30/05/2012

Ritrovare la forza per rialzarsi

Ritrovare la forza per rialzarsi

Come un pugile alle corde che cerca di rialzarsi, riceve l’ennesimo colpo e cade giù al tappeto.  Come un colpo a tradimento che si abbatte su chi è ferito. Come una ferita che si lacera mentre si stava sanando. Come una legge ineluttabile, il sisma ha colpito duramente l’Emilia Romagna. Una regione in ginocchio di fronte all’inesorabile forza della natura che si è scagliata violenta contro una terra di lavoratori, contro una comunità, che a distanza di nove giorni da quel 20 Maggio, che ha segnato l’inizio dell’inferno, cercava di tornare alla normalità, provava a rialzarsi per ripartire.

E’ l’alba di un nuovo giorno in Emilia,luxurystrap.com  un giorno triste all’indomani di un raggio di sole che illuminava la sontuosa facciata di una chiesa e che adesso si infrange su un cumulo di macerie.

Alle ore 9 del 29 Maggio, ha tremato ancora la terra in Emilia. Magnitudo 5.8. Pochi istanti ed è ancora terrore, paura, sgomento.  Cadono come carte da gioco edifici, capannoni, chiese,e campanili, mentre regna la paura della gente. Dopo la scossa violentissima delle 9, si sono susseguiti altri terremoti superiori a 4 di magnitudo, a chiudere una giornata che registra un un tragico bilancio. Almeno 16 le vittime , nel corso di una terribile giornata.
Tra le vittime un pensionato di 68 anni che uscendo da una banca è stato travolto dalla caduta di un tetto. Tre i morti nel crollo della ditta Meta di S.Felice sul Panar. Uno di questi era uno straniero che era andato a lavorare perché non poteva perdere il posto di lavoro. E’ morto assieme ad un altro operaio marocchino e ad un ingegnere italiano che stava eseguendo i controlli di stabilità all'interno della fabbrica metalmeccanica. Tra le vittime anche un prete: Don Ivan Martini, che è morto nel crollo della chiesa della Stazione di Novi, a Rovereto, nel Modenese, perché avrebbe tentato di mettere in salvo una piccola statua della Madonna durante il sisma che ha distrutto la sua chiesa.
Sedici vittime che sommate a quelle del 20 Maggio, (7 morti) raggiungono quota 23. Un bilancio che si spera sia definitivo,ma che conta ancora cinque dispersi ed oltre 350 feriti.  E’ questo l’ultimo bollettino ufficiale diffuso dalla Protezione Civile, che, insieme ai vigili del fuoco e migliaia di volontari, continua a lavorare incessantemente sul territorio. Mirandola, Medolla, Cavezzo, Finale Emilia, San Felice sul Panaro i paesi più vicini all'epicentro, che continuano a vivere nella paura di nuove scosse, come tutta l’Emilia. Il sisma è stato avvertito in tutto il nord Italia e anche all’Estero.

Al momento sono al lavoro sul territorio circa 4.000 unità e 760 mezzi del sistema di Protezione Civile, strutture operative che si adoperano per assicurare alla popolazione coinvolta la massima assistenza. Un sistema pienamente operativo, che  va a potenziare quello già esistente in seguito al sisma del 20 Maggio, con le Organizzazioni Nazionali e Regionali di volontariato di Protezione Civile che hanno messo a disposizione ulteriori moduli assistenziali, posti letto e servizi per chiunque ne abbia bisogno. Anche gli alberghi sul territorio hanno fornito posti letto e assistenza.

Danni incalcolabili al patrimonio artistico e all’Economia di una regione che rappresenta il fulcro dell’industria Italiana con numerose fabbriche e stabilimenti alimentari, automobilistici e biomedicali. Mentre  è viva la paura della gente, che teme nuove scosse e ha il timore di nuovi crolli. In molti hanno trascorso la notte in macchina o nelle tendopoli che sono state allestite sul territorio. In tanti lo hanno fatto nel corso di questi nove giorni ed è proprio lì che hanno vissuto la paura di questo nuovo terremoto.

Intanto la situazione è sotto monitoraggio, ma non si escludono nuovi movimenti tellurici e scosse di assestamento, e per questo, molte persone hanno deciso di allontanarsi per qualche giorno, trovando alloggio in altre zone più sicure. Ma la maggioranza non vuole allontanarsi dalla propria casa e resta a guardia di un territorio, che, come ha specificato il presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani che in mattinata ne ha parlato anche con il premier Mario Monti, la regione non sarà lasciata sola. Non può essere lasciata sola da un paese intero che si stringe intorno ad una regione, che nonostante la paura e il timore e l’infamia del sisma che ha colpito a tradimento, troverà la forza per rialzarsi  e per rimettersi in piedi.

Roberto Sica

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